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Il podio

La letteratura romana e numerose epigrafi ci hanno tramandato con sufficienza del tempio; consoli ed imperatori manifestarono la loro gratitudine alla divinità.

Ma oggi cosa rimane?

Per anni la ricerca sul tempio di Diana tifatina ha costituito un capitolo di particolare importanza per il ruolo dominante che il santuario ebbe nell'antichità sia preromana che romana.

Oggi, in seguito agli scavi degli ultimi anni ed in modo particolare a quelli recentissimi, ne conosciamo la esatta ubicazione,la tipologia, la pianta.

Il binomio tempio di Diana e chiesa di Sant'Angelo si può dire che sia diventato un monomio.
 L'attuale piano di calpestio e buona parte del pavimento della basilica sono quelli del tempio;   così il perimetro della basilica ripercorre il perimetro del podio (nel suo ultimo ampliamento del74 a.C.); invece il piano di calpestio del piazzale attuale si trova ad un livello superiore rispetto a quello antico.
 
Il santuario di Diana tifatina si sviluppava lungo la costa del monte con un assetto a terrazzamento e scalee, sistema prediletto dall'architettura romana dell'età
 repubblicana conosciuto attraverso più vasti e monumentali complessi come ad esempio il tempio della Dea Fortuna di Prenestre.

Il tempio doveva essere di tipo estrusco-italico nella sua parte antica, ad una sola cella, orientato ad ovest come si ricava dall'scrizione pavimentale, sopraelevato rispetto al circostante terreno nei lati occidentale e meridionale.

Si innalzava su un podio in parte oggi visibile: all'esterno sul lato sud vicino al campanile, all'interno a destra appena entrati nella chiesa protetto da un vetro.

Il podio presenta due fasi di intervento. Il primo (osservare vicino al campanile il tratto protetto dal vetro) riconoscibile attraverso un paramento di blocchi di tufo grigio locale, alto circa m. 2.40, poggiato direttamente sulla roccia calcarea della montagna; i blocchi sono alti cm. 40 e lunghi da 60 a 70 cm. Fu costruito probabilmente quando Capua stabilì i primi contatti concreti con Roma tra il 340 a.C. e l'età della seconda guerra punica.
 Aveva forma rettangolare, largo m. 17.40 e lungo m. 20.40 circa; la larghezza corrisponde alla larghezza della basilica, la lunghezza, invece, a quella che va dall'ingresso della chiesa fino al primo gradino dell' altare.

Il secondo intervento, forse, fu quello del 74 a.C. Il podio, conservando la stessa larghezza, venne allungato verso la montagna di m.  8 per cui la lunghezza complessiva era di m. 28.40. Questo lo si è potuto accertare durante gli ultimi scavi del 1992.

Durante quest' intervento il tempio oltre ad essere ampliato venne abbellito con colonne, con statue e con il pavimento a mosaico.

Sul pavimento, non facilmente visibile, c'è un'iscrizione (v. sotto)posta a m. 5.60  dall'ingresso per un campo di m.. 5.20 di larghezza e cm. 85 di altezza. Originariamente i tasselli dell'iscrizione erano in nero, come si nota sulla destra vicino alla 2'' colonna (F.10), poi sostituiti, non si sa perché,da quelli in bianco. Purtroppo il pavimento, in questa zona, è par-ticolarmente sconvolto e consumato e per buona parte sostituito da una pavimentazione a quadrelli di marmo.

Il De Franciscis in "Templum Dianae Tifatinae" ne ha tentato una ricostruzione: 

L'iscrizione riporterebbe i nomi dei magistri tifatini che verso il 74 a.C. ampliarono il tempio, lo abbellirono con colonne e statue e ne rifecero il pavimento; il tutto con denaro dell'erario di Diana.

Sono presenti due tipi di mosaico. Uno composto da un bei tassellato bianco regolare e viene a trovarsi nella zona davanti all'altare e doveva pavimentare l'interno della cella della divinità. L'altro in tasellato irregolare, comune sia all'età classica che medievale, si estende ancora oggi per la maggior parte della chiesa, quasi circondando la zona centrale a mosaico regolare o a lastre di marmo di riporto. Doveva pavimentare tutto il tempio: si trova anche sotto le colonne, se ne vedono tracce davanti alla porta della cappella del Santissimo e dietro l'altare a destra dell'abside centrale.

Difficile, ancora, immaginare gli elementi dell'elevato del tempio. Abbiamo nella chiesa 14 colonne databili agli inizi del I secolo a.C. con capitelli corinzi;altri due capitelli, uguali a quelli delle colonne sono utilizzati sulle semicolonne in muratura addossate al muro presso l'ingresso della chiesa; mentre altri due capitelli sormontanti i pilastri ai lati dell'arco trionfale dell'abside centrale sono medievali.

Le colonne sono tutte o altre vennero trasportate altrove? O queste provengono da altre costruzioni e (quelle del tempio erano in muratura e più alte?

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